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Che cos'è veramente un attacco di panico?

18/11/2013

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ImmagineIl Prof. Giampaolo Perna

Estratta dal discorso del Prof. Giampaolo Perna al corso di formazione ALPA del 21 ottobre a Milano "Conoscere e gestire l'attacco di panico", vi proponiamo una spiegazione di cosa sia in effetti un attacco di panico, da non confondere con attacco d'ansia o paura.

"Avere un attacco di panico è ben diverso da avere una crisi ansiosa o un reazione di paura. Ansia, panico e paura sono fenomeni emotivi che non sono semplicemente diversi per la loro forza ma sono fenomeni qualitativamente distinti. L’ansia è un fenomeno anticipatorio del pericolo, cioè diventiamo ansiosi quando prevediamo di affrontare una persona, una situazione che potrebbero metterci in difficoltà o provocarci dei danni mentre la paura è un’emozione che compare come risposta ad una situazione o persona potenzialmente pericolosa che ci troviamo ad affrontare. Ansia come risposta preventiva, paura come reazione a un pericolo potenziale esterno a noi. L’attacco di panico è qualcosa di ancora diverso dall’ansia e dalla paura. L’attacco di panico non è semplicemente una crisi di ansia o una forte paura. L’attacco di panico, secondo le più recenti teorie, è l’espressione dell’ipersensibilità di un sistema di allarme che controlla il funzionamento del nostro corpo che scattando ci mette in allarme per un pericolo di vita, che in realtà non è tale. L’attacco di panico è un fenomeno si potente, rapido ma è un “vero” attacco di panico quando compare improvvisamente, senza una motivazione chiara al momento in cui si manifesta. L’attacco di panico ci coglie impreparati e ci spaventa non solo per la sua forza ma soprattutto per la sua imprevedibilità. Quando una persona soffre di attacchi di panico, soprattutto nella fase iniziale questi lo colpiranno a tradimento nelle normali attività quotidiano (durante un pasto, di notte, alla guida di un auto o durante una passeggiata, in messo alla folla o in luoghi chiusi) inducendolo a difendersi da loro sviluppando l’ansia anticipatoria, cioè la paura della paura di avere un attacco, e portandolo a evitare o vivere con molto disagio tutte quelle situazioni e luoghi in cui potrebbe essere colpito dalla crisi e non sfuggire o trovare aiuto. L’attacco di panico è simile ad una potente esplosione di malessere fisico e mentale che può manifestarsi con sintomi diversi. La costellazione più tipica è la comparsa di forte batticuore, fiato corto, una sensazione di sbandamento o testa leggera, sudorazione tremore e senso di morte imminente, in altri casi possono essere prevalenti disturbi allo stomaco e all’intestino oppure una sensazione di irrealtà con formicolii e vampate di caldo e freddo che si accompagnano alla paura di perdere il controllo o impazzire. L’attacco di panico non si caratterizza per la sua forza ma per il fattori di essere acuto e inatteso, tanto che molto spesso, dopo una fase iniziale con attacchi forti, spontaneamente o per merito di una terapia la persona sente ridotti gli attacchi forti, mentre rimangono alcuni piccoli attacchi di panico, magari con pochi sintomi, che di per se stessi non disturbano più di tanto, ma non consentono alla persona di liberarsi dall’ansia anticipatoria e degli evitamenti, di fatto costringendolo a rimanere nella gabbia del panico. L’attacco di panico è un fenomeno psicopatologico serio che predispone allo sviluppo di disturbi psichiatrici che possono compromettere seriamente la qualità di vita e la libertà di ogni persona. Proprio per questo, nel rispetto di chi soffre, parliamone con serietà e competenza e non semplicemente per far notizia."

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L'attacco di panico

25/6/2012

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Rilassati, respira e fai pensieri positivi
Un attacco di panico tipicamente dura dai 2 agli 8 minuti ed è una delle condizioni più stressanti di cui una persona può avere esperienza nella vita. I sintomi fisiologici possono avere la seguente successione. Per primo arriva l'improvviso inizio di una paura con poco o nessuno stimolo. Questo porta al rilascio di adrenalina che causa la cosiddetta risposta “attacca o fuggi”, per cui il corpo si prepara ad un'attività fisica importante. Ciò porta a sua volta ad una frequenza cardiaca accresciuta (tachicardia), respirazione rapida (iperventilazione) e sudorazione (che aumenta la presa e aiuta la perdita di calore). Siccome l'attività vigorosa succede raramente, l'iperventilazione porta ad abbassare i livelli di anidride carbonica nei polmoni e quindi nel sangue. Ne deriva un cambiamento di pH del sangue che a sua volta porta a tanti altri sintomi, come formicolio o intorpidimento, vertigini e stordimento. Non è semplice capire subito che a scatenare questi attacchi è un problema psicologico. Molti pensano di essere colpiti da una crisi cardiaca o di asma. Anche i medici possono sbagliare:uno studio americano ha stabilito che un malato di attacchi di panico viene visitato,in media,da almeno sei specialisti prima di riuscire ad avere la diagnosi giusta. E questo significa che,nella grande maggioranza dei casi,si viene curati troppo tardi. Se non si interviene subito, infatti,tenere la situazione sotto controllo diventa molto difficile. Dopo le prime crisi scatta la cosiddetta ansia anticipatoria, cioè si ha continuamente paura che l’attacco si ripeta. Per questo si evitano le situazioni, o i luoghi, in cui si è già stati male. Diventa impossibile salire sui tram,sui treni,sulle auto. O anche entrare in ascensore. Nei casi più gravi, la sola idea di uscire di casa scatena un attacco.

Cosa fare subito:

*Durante la crisi, il corpo produce adrenalina. Per bruciarla camminate, oppure tendete e rilassate i muscoli delle cosce, gli addominali, i pettorali, le mascelle, per non irrigidirvi.

*Respirate in modo lento, di pancia, e ben ritmato. Non respirate velocemente, o andrete in iperventilazione e starete peggio.

*Contate, cantate, parlate ad alta voce o leggete: è un buon metodo per evitare di concentrarsi troppo sulla paura.

*Distraete il cervello focalizzando l’attenzione su altri pensieri più forti, di maggiore piacere e/o di maggiore interesse (ricordi, fantasie anche sessuali, progetti imminenti, problemi familiari…)

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